Il percorso
Una storia come strumento di partecipazione del bambino: “Zampalesta e la casa sull’albero” è nato all’interno del corso CAS “Protezione dell’infanzia e dell’adolescenza”, promosso da SUPSI DEASS Formazione Continua – Area lavoro sociale tra il 2019 e il 2021.
Attraverso il confronto e lo scambio di esperienze, quattro educatori provenienti da due diversi Centri Educativi per Minorenni (CEM) ticinesi hanno deciso di approfondire la tematica della partecipazione attiva del/della bambino/a nei primi momenti di collocamento extrafamigliare. Dopo una serie di fasi hanno elaborato e concretizzato un libro con l’obbiettivo di fornire ai/ alle bambini/e, alla loro rete e ai professionisti del settore un valido mezzo per permettere anche ai/alle più piccoli/e di esprimere il proprio punto di vista attraverso il linguaggio simbolico della narrazione.
Il principio della partecipazione attiva dei bambini/delle bambine si sta affermando progressivamente nei diversi contesti dell’intervento educativo e sociale, grazie anche al riferimento fondamentale alla Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia (ONU, 1989; Svizzera, 1997). Tra i principi di tale convenzione vi è proprio il diritto all’ascolto e alla partecipazione, espresso in modo particolare dall’art. 12, dove ogni bambino/a viene considerato competente e con il diritto ad esprimere liberamente la propria opinione su tutte le questioni che lo riguardano e quest’ultima deve essere presa in considerazione. Ciò significa quindi che il/la minore deve essere informato e coinvolto/a nelle decisioni in modo adeguato alla sua età.
La sfida raccolta attraverso questo lavoro risponde ad indicazioni internazionali sul lavoro di protezione a favore dell’infanzia che vive in situazioni di vulnerabilità familiare e sociale in particolare al documento del Quality4Children (FICE, IFCO, SOS-Kinderdorf International, 2004), in cui lo Standard 2 di qualità raccomanda: “il bambino è autorizzato a partecipare al processo decisionale”. Tutte le parti interessate ascoltano e rispettano il/la minore, che viene adeguatamente informato/a della sua situazione e incoraggiato/a ad esprimere i suoi punti di vista e a partecipare a questo processo secondo il suo livello di comprensione.
Lo strumento vuole allora fornire un contributo professionale nelle situazioni in cui il rispetto del diritto all’ascolto si rende maggiormente complesso, dal momento che il libro si rivolge a bambine e bambini:
- nell’età della scuola dell’infanzia ed elementare;
- che si trovano a vivere il passaggio dall’ambiente familiare ad un contesto di accoglienza extrafamiliare;
- per cui il linguaggio delle parole non rappresenta per vari motivi il codice di espressione più favorevole.
Diversi sono gli aspetti che rendono questo strumento innovativo e utile nell’intervento educativo con l’infanzia in contesti di protezione:
- propone una storia con una coralità di animali, che aiutano il/la protagonista (il nome Zampalesta è volutamente riferito ad entrambi i generi) ad affrontare un evento critico che ha colpito la sua famiglia, in seguito al quale ha bisogno di essere ospitato momentaneamente in un’altra “casa”. La forza simbolica del linguaggio narrativo consente infatti ai bambini/alle bambine anche più piccoli delle identificazioni che aiutano l’emergere e la comunicazione delle loro emozioni e punti di vista. Lo sviluppo delle vicende raccontate nel libro, che lasciano comunque un finale aperto, descrive e prefigura per il bambino/ la bambina il percorso dell’accompagnamento, lo rende comprensibile e lo visualizza anche attraverso illustrazioni colorate e gradevoli, alimentando in questo modo la possibilità, la speranza, la prospettiva di evoluzione;
- invita a rivolgere uno sguardo multidimensionale ed ecologico su una situazione di vulnerabilità familiare, mettendo in evidenza, attraverso la metafora dell’accadimento avverso che dà origine alla storia, come l’impossibilità dei genitori di prendersi cura di un figlio sia influenzata anche da elementi e ostacoli presenti nel loro ambiente di vita. Qualora le risorse in quel momento a disposizione della famiglia non siano sufficienti per fronteggiare i fattori di rischio, i genitori si trovano quindi ad aver bisogno di supporto e forme di aiuto nell’accudimento del bambino, sia da parte di professionisti, sia dell’intero “villaggio”;
- è il frutto dell’elaborazione e riflessione di un gruppo di educatori di due CEM ticinesi all’interno di un percorso formativo, in interlocuzione con diversi attori e responsabili cantonali. Questo lavoro è allora la dimostrazione che il repertorio di mediatori per l’ascolto e la partecipazione delle bambine dei bambini, attualmente piuttosto limitato, possa essere ampliato creativamente grazie ai saperi e alle competenze degli stessi professionisti nel circuito ricorsivo tra teorie e pratiche, dando forma in questo modo a materiali di cui gli operatori riconoscono direttamente la funzione e l’efficacia;
- il libro è personale e personalizzabile per ogni bambino/bambina attraverso delle proposte di giochi e spunti autobiografici, che sono stati inseriti alla fine per non interrompere il ritmo della narrazione. Diventa in questo modo un suo oggetto in un contesto collettivo, che porterà con sé e che entra a far parte della documentazione sulla permanenza nell’ambiente extrafamiliare, aiutandolo in seguito a ricostruire vissuti e significati di questa esperienza;
- il racconto e il dialogo sulla storia che accompagnano e facilitano il processo di ambientamento nella “casa sull’albero” (vd. Quality4Children, Area 2 - Processo di accoglienza) diventano parte integrante della strumentazione metodologica degli operatori, mettendo a disposizione informazioni su bisogni, capacità e desideri del bambino/della bambina che si rivelano indispensabili nella fase di analisi della situazione e nella co-costruzione del suo progetto individualizzato.
L’auspicio è che la diffusione di questa pubblicazione nei percorsi di protezione contribuisca al processo già proficuamente in atto nel territorio perché la voce e l’agency delle bambine/dei bambini con i loro legami familiari guidino le scelte dei servizi e rinforzino la corresponsabilità sociale nell’offrire risposte precoci e competenti per il ben trattamento dell’infanzia, anche e soprattutto quando si trova ad affrontare prove e transizioni complesse. Comprendere quanto sta succedendo e poter esprimere la propria opinione diventa infatti per un bambino/una bambina risorsa di resilienza e un predittore favorevole per la sua vita presente e futura.
Attori coinvolti
- Gli educatori e le educatrici sociali Ylenia De Bolla, Nicole Nuetzel, Pietro Costantini e Davide Rizzo;
- UFaG, Ufficio del sostegno a enti e attività per le famiglie e i giovani;
- SUPSI Formazione Continua;
- i giovani, i professionisti e le direzioni dei CEM Von Mentlen (Bellinzona) e Casa Primavera (Lugano);
- Ombretta Zanon e Gionata Bernasconi per la supervisione;
- Raffaele Conte per le illustrazioni. (info@raffaeleconte.net )
Distribuzione e altre informazioni
- Il libro non è in vendita in quanto è stato ideato e realizzato come uno strumento utile negli interventi educativi. La distribuzione viene quindi limitata ai servizi e ai centri educativi minorili.
- le copie gratuite possono essere richieste ai seguenti contatti: segreteria@istvonmentlen.ch, casa.primavera@lugano-lis.ch;
- all’interno di ogni copia è presente una breve guida per l’operatore/operatrice che ripercorre la storia di questo progetto come anche alcune linee guida.
- il progetto Una storia come strumento di partecipazione del bambino: “Zampalesta e la casa sull’albero” è stato reso possibile grazie al finanziamento del “Programma cantonale di promozione dei diritti, di prevenzione della violenza e di protezione di bambini e giovani (0-25 anni), 2021-2024”.