1912 – 1937

Palazzo von Mentlen in Piazza Indipendenza

 

In ossequio alle precise disposizioni testamentarie della Fondatrice, già nel primo anniversario di Sua morte, il compianto esecutore testamentario, ing. Alessandro Carlo Bonzanigo, modestamente schiudeva le porte del vetusto Palazzo von Mentlen in Piazza Indipendenza, all’infanzia abbandonata. Due furono i primi ospiti, affidati alle cure di due Suore della Congregazione delle Suore Insegnanti di St. Croce in Menzingen.

A collaborare alla nobile Opera, l’esecutore testamentario, chiamò quindi i signori: ing. Giuseppe Bonzanigo – in rappresentanza del Casato – l’avv. Angelo Bonzanigo – in rappresentanza del Patriziato – ed i Canonici Don Martino Pfister e Don Antonio Rossi – designati questi dalla Testatrice – a comporre la prima Commissione Amministrativa.

La providenziale utilità dell’opera, non tardò a manifestarsi attraverso l’aumento, a ritmo accellerato, del numero dei ricoverati, che pose tosto l’esecutore testamentario, di fronte alla necessità di procedere ad un ampliamento della sede, perchè meglio rispondesse alle inderogabili esigenze dello sviluppo.

Furono perciò realizzati la Chiossa in Camorino e parte dei fabbricati in Piazza Indipendenza, il cui ricavo fu realizzato per la riattazione della Sede.

Ma il provvedimento fu di breve utilità, poichè l’incessante sviluppo dell’Istituzione accusò tosto l’imprescendibile necessità di una più radicale soluzione, con l’abbandono definitivo del vecchio Palazzo, ormai incapace di albergare oltre un centinaio di ricoverati.

E nel 1925, l’anima operante dell’Istituzione gettava le basi del nuovo Ricovero, in magnifica, tranquilla e soleggiata, in quel di Ravecchia.

Il nuovo spazioso Istituto, costruito con criteri di sana economia e modernità, fu inaugurato, alla presenza di Mons. Vescovo Bacciarini e delle Autorità, il 27 novembre 1927.

Il costo della nuova costruzione, mobili e macchinario compresi, superò i fr. 400’000.–, alla quale spesa si fece fronte con la fortunata realizzazione, anche del vecchio Palazzo von Mentlen. E il numero dei ricoverati salì rapidamente ad oltre duecento.

Il lodevole Dipartimento della Pubblica Educazione, accordò l’apertura di Scuole regolari nella Casa e la creazione dell’asilo infantile, offrendo ognora la prova del suo costante interessamento e della manifesta sua volontà di voler favorire l’Opera in ogni miglior modo.

Generose elargizioni di privati e sussidi cantonali e federali, permettono ora di provvedere, non solo ad un’ottima educazione ed istruzione dei bambini, ma altresì ad un’oculata assistenza fisica, indispensabile per creature talora nate e cresciute in ambienti miseri ed anti-igienici.

Nelle estati 1921-1926, i bambini alloggiarono nel Castello di Unterwalden, ma  ben presto si dovette anche pensare alla scelta di una villeggiatura di alta montagna. Fu perciò acquistata, nel 1934, la bella Villa Apostoli a Rodi e più tardi la confinante casa Camponovo, che furono adibite a sede estiva, ove a turno, con grande vantaggio fisico, passano gioiose vacanze i bambini.

 

 

 

 

 

 


La Casetta Re, sita a lato del Ricovero, già originariamente acquistata per servizio d’infermeria, venne adibita a padiglione infermeria per tutti i bambini bisognosi di cure speciali o convalescenti da gravi malattie.





L’imperiosa necessità di maggiori ambienti, per accogliere il sempre crescente numero di bambini, impose infine la necessità della costruzione di un nuovo fabbricato a lato della Casa Principale, in cui furono trasferite la Cappella e la Palestra di ginnastica, modernamente attrezzata questa per la coltura fisica.

Il meraviglioso sviluppo dell’Istituzione, durante questi primi venticinque anni -doveroso è riconoscerlo- è frutto precipuo dell’attività saggia ed indefessa dell’indimenticabile esecutore testamentario e primo Presidente, che servì l’opera con profondo amore ed eccelso ingegno, riuscendo abilmente a rimuovere gli ostacoli ed a superare le difficoltà, non lievi, che si frapposero alle diverse realizzazioni.

Al suo immaturo decesso, nel 1929, la Presidenza passò, in degnissima successione, al fratello ing. Rocco Bonzanigo, che con magnanimo cuore e fervore d’apostolo, l’arduo compito continuò, portandolo a compimento.

Purtroppo beve fu il termine a lui concesso, poiché già nel settembre 1936 l’opera veniva orbata della sua paterna protezione.