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L'inizio dell’attività del Centro Educativo per Minorenni (CEM) risale al 1911, a seguito delle disposizioni testamentarie della sua fondatrice Valeria von Mentlen-Bonzanigo, la quale destinò tutte le proprie sostanze alla creazione di un ricovero per l'infanzia, gestito secondo i principi della religione cattolica. |
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L’art. 2 dello Statuto segnalava quale scopo della Fondazione “creare un istituto o ricovero per l’infanzia abbandonata (…). Per infanzia abbandonata intende la testatrice i bambini poveri, orfani od abbandonati dai loro genitori ed anche quelli che per miseria o disgraziate condizioni dei genitori si trovassero esposti a sofferenze o pericoli. Avranno diritto di preferenza in prima linea i bambini attinenti al Distretto di Bellinzona”. L’art. 3 dello statuto della Fondazione recitava: “È desiderio della fondatrice che una comunità di religiose sia presente ed attiva nell’Istituto”. Con tali premesse viene avviata l'attività dell’Istituto, curata da suore della Congregazione della Santa croce di Menzingen. Il Ricovero per l'infanzia trova la propria sede iniziale all'interno delle mura di palazzo von Mentlen, in Piazza Indipendenza a Bellinzona, e dopo pochi anni dalla sua apertura arriva ad ospitare più di 100 bambini, provenienti da tutto il Cantone. Presto confrontata con un numero sempre maggiore di richieste di accoglienza, nel 1927 la Fondazione abbandona la sede originaria e inaugura la nuova struttura a Bellinzona Ravecchia, dove il CEM von Mentlen si trova tutt'oggi. Nel 1928 venne redatto il primo statuto dell’Istituto.
Durante i primi decenni di attività l’Istituto accoglie bambini abbandonati dai propri genitori, orfani, provenienti da famiglie indigenti o esposti a pericoli di varia natura. La struttura dava alloggio a una pluralità di situazioni, configurandosi soprattutto come luogo di protezione il cui scopo era quello di soddisfare i bisogni primari dei piccoli ospiti, prediligendo, quindi, un'impostazione prevalentemente caritatevole e assistenziale, che cercava di riprodurre il modello di vita familiare, senza l’esplicitazione di particolari scopi educativi.
Nella nuova struttura venne creato un asilo infantile destinato all’educazione pre-elementare, rivolto ai bambini dell’Istituto e a quelli del quartiere, senza alcuna distinzione di nazionalità o religione. Negli anni ’30 si sviluppano anche i rapporti con le autorità scolastiche cantonali. Durante gli anni della seconda guerra mondiale l’Istituto arriva ad accogliere fino a 200 bambini per rispondere all’aumento degli orfani, dei bambini abbandonati o tolti ai genitori per problemi amministrativi3.
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Se da un lato nello statuto viene definita la componente religiosa della comunità e la trasmissione di valori cattolici, dall’altro negli anni la rilettura di queste fondamenta ha dato origine ad un approccio professionale inteso non solo come “ricovero” ma come opportunità di crescita ed evoluzione dei giovani ospitati, interpretando l’accompagnamento educativo secondo approcci pedagogici e psicosociali. I grandi cambiamenti socio-culturali degli anni '60 hanno notevolmente influenzato la vita delle famiglie e, di conseguenza, la tipologia di problematiche con cui si sono confrontate. Il von Mentlen riesce ad adeguarsi a tale mutamento, modificando le sue funzioni principali e il suo modo di agire per meglio rispondere a tali istanze. Per effetto di questi rinnovamenti, anche la tipologia di utenza di riferimento subisce una variazione: viene superata la mescolanza di cause e situazioni in favore di una maggiore specializzazione nell'accoglienza di bambini e adolescenti con disagi familiari e sociali. In questo periodo il ricovero intraprende una complessa trasformazione che lo vede mutare in Istituto sociale, attraverso l'introduzione di nuove e più moderne concezioni educative e metodologiche basate sulla costituzione di gruppi-famiglia e sulla presenza di figure professionali maschili e femminili, religiose e laiche. L'assistenza è riorientata verso un approccio psico-pedagogico individuale che mira al reinserimento sociale e familiare del minore. Per raggiungere tali finalità sono parallelamente riorganizzati gli spazi interni della struttura, attraverso l'eliminazione delle grandi camerate e del refettorio comune in favore di unità abitative più consone alle mutate esigenze educative dei gruppi-famiglia. Viene inoltre avviato un programma di formazione continua per gli educatori e le educatrici, con lo scopo di fornire una risposta pedagogica adeguata ai mutamenti in corso e nell'ottica di una sempre crescente professionalizzazione del lavoro educativo. Nel 1962 la Direzione dell'Istituto inizia la sua collaborazione con i servizi sociali attivi sul territorio, dando così ulteriore prova del cambiamento di prospettiva in atto al suo interno. In Ticino, nel 1963, viene approvata la Legge sulla protezione della maternità, dell’infanzia, della fanciullezza e dell’adolescenza (LMI) che traccia le linee di intervento dello Stato anche nel settore della protezione dei minorenni affidati temporaneamente o permanentemente a strutture. |
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Nel 1970 la legge LMI viene aggiornata indicando che negli istituti devono essere presenti operatori formati in ambito educativo e di cura. La protezione dell’infanzia continua ad essere orientata verso una pluralità di situazioni di disagio individuale o familiare, ma le premesse per l’accompagnamento educativo delineano la necessità di una progressiva specializzazione. Gli anni successivi sono caratterizzati da una sostanziale continuità con le rinnovate impostazioni pedagogiche, così come da numerosi interventi legislativi che rafforzano la partecipazione sussidiaria dello Stato al lavoro degli istituti attraverso i servizi specializzati, in armonia con i progressi nel campo della psicologia dell'età evolutiva, della psichiatria infantile e della pedagogia sociale. |
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Negli anni '90 l'Istituto è oggetto di un'importante ristrutturazione, attraverso la quale si procede all'ammodernamento dell'immobile e alla costruzione di un nuovo e funzionale edificio scolastico, che viene così separato dalle unità abitative. Nel corso degli anni, con l’affermazione dei diritti sociali4, dei diritti del bambino (anche in Svizzera5) e con i profondi mutamenti della famiglia, la struttura si è trovata a dover rispondere a bisogni sempre più complessi di bambini che vivevano in situazione di vulnerabilità e di famiglie, in continuo aumento, connotate da multiproblematicità, spesso con provenienze multiculturali. Nel 2003, alla luce dei recenti mutamenti sociali, relazionali e culturali, a seguito della revisione della LMI, viene promulgata la Legge sul sostegno alle attività delle famiglie e di protezione dei minorenni (Lfam) per sostenere le famiglie di fronte agl emergenti bisogni non pecuniari, organizzativi e relazionali. La Lfam sancisce il ruolo centrale della famiglia nella società: prevede interventi preventivi e di promozione del benessere della famiglia, attiva misure di sostegno educativo nei casi di disagio familiare e provvedimenti di protezione, quando il benessere di un membro del nucleo familiare è minacciato, in un’ottica di complementarietà delle diverse forme di sostegno. Con l’avvento della Lfam l’Istituto von Mentlen è autorizzato come Centro educativo per minorenni (CEM), dal 2007. Attualmente i minori e le loro famiglie di origine spesso sono seguiti da diversi servizi e diviene sempre più importante trovare spazi e modalità per coordinare gli interventi, per dare risposte supportive coerenti e capaci di valorizzare le risorse dei genitori e dei giovani, sviluppando processi di partnership educativa efficaci e capaci di tener conto dei punti di vista di tutti gli attori coinvolti. I bambini ed i ragazzi che necessitano di vivere al di fuori delle loro famiglie, inoltre, manifestano spesso il loro disagio attraverso la difficoltà a reggere le frustrazioni e le regole dei contesti sociali con cui si confrontano, con l’assunzione di sostanze stupefacenti o con l’isolamento dato dal rifugiarsi nel mondo virtuale nei social network. Queste nuove condizioni pongono nuove sfide al lavoro educativo e portano il CEM ad attivare dall’autunno 2016 un processo di riflessione partecipata per la ridefinizione dell’attuale concetto pedagogico. Parallelamente il Consiglio di Fondazione ha attivato un percorso di ridefinizione dello statuto, più coerente con i nuovi valori, laicizzando e professionalizzando gli orientamenti del CEM6.
In questa sede si è deciso che, in coerenza con i nuovi valori e approcci di riferimento, la struttura cambia il nome: da Istituto von Mentlen diviene Centro educativo per minorenni della Fondazione von Mentlen.
Verrà attivato un processo di ridefinizione del nome specifico del centro e dei gruppi-famiglia con la partecipazione attiva e creativa dei minori ospitati.
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